13 PERCHE' MEDITARE ?

-  La nostra esperienza non sorge liberamente. Interveniamo sulla sua spontaneità,  percependola attraverso le credenze e concezioni accumulate.

-    Le nostre esperienze sono specificamente modellate da un sottile processo subliminale, dall'incessante attività del pensiero, dei ricordi e delle reazioni basate su informazioni del passato.

-    In ogni interazione con un' altra persona, imponiamo all' esperienza l'immagine di quel che siamo, un'immagine dell'altra persona e una particolare sfumatura sensoriale al rapporto. Ne deriva un'esperienza della realtà che, almeno in parte, è creata da condizionamenti passati.

-    Non percepiamo la nostra attività come interferenza perché non stiamo esplicitamente rifiutando un'esperienza particolare. Ma stiamo in realtà rifiutando la spontaneità delle esperienze che sorgono. È proprio questa la difficoltà nell' essere dove siamo: proviamo a indirizzare l'esperienza. Ma qui non stiamo soltanto provando a farlo, la stiamo veramente indirizzando.  Le conferiamo una forma guardandola attraverso la lente del passato. Essa è in parte modellata dal suo sorgere attraverso i filtri di un sapere passato.

-    Si tratta di un'attività interna molto sottile, difficile da osservare  perché è un processo mentale quasi continuo, subliminale e inconscio, composto da numerose parti: ricordi, immaginazioni, imposizione di particolari forme o immagini, filtri, proiezioni e una miriade di altre operazioni mentali ed emotive.

È evidente quindi che creiamo continuamente l'esperienza, invece di lasciare che sia se stessa, che sorga libera, spontanea. Tutta la nostra esperienza egoica è perciò un'intrinseca interferenza coi fatti del momento  attuale.

Come possiamo muoverci verso la comprensione trasparente dell'esperienza, verso chi e cosa siamo davvero?

-    Quando facciamo esperienza di un evento o un'interazione, reagiamo di solito a ciò che riteniamo stia accadendo (manifestazioni secondarie). Ciò comporta giudizi, resistenze, negazioni, manipolazioni, eccetera.

-    Se siamo in grado di arrestare l'interferenza, ci rendiamo maggiormente conto di quel che sorge davvero (manifestazione primaria), cominciando a comprenderlo. Vediamo che non è un'esperienza piena e immediata dell' adesso. Riconosciamo una miriade di veli stratificati, che la rendono non del tutto tangibile, viva e immediata.

-    Crediamo di essere dove siamo, mentre in realtà siamo impegnati in un' attività interiore, che all'inizio non è affatto palese. Siamo inconsciamente scollegati, dissociati dal nostro Essere, oppure abbiamo una sensazione di distacco, ma non riteniamo di essere noi a causarlo.

-    Se rimaniamo presenti all'esperienza attuale e non la combattiamo, essa comincerà a rivelarsi e inizieremo a vedere come la mente attua le sue interferenze.

-    Constatando l'implicazione delle nostre idee e credenze, scorgeremo la qualità mentale della nostra esperienza, il suo vuoto e la sua carente realtà.

-    Sovrapponiamo al momento attuale ciò che riteniamo di essere. In altre parole, ogni volta che accade una cosa, reagiamo in un certo modo, in base a determinate proiezioni del passato che ci rendono adesso una certa persona.

-    Allorché ci saranno maggiore chiarezza, comprensione e consapevolezza, riconosceremo gradualmente che quando pensiamo di essere dove siamo, non siamo ancora noi stessi. Cominceremo a capire che siamo impegnati in una reazione, in una proiezione della mente sul momento attuale.

-    Inizieremo a notare specificamente le attività interiori dell'interferenza sulla manifestazione primaria, che eravamo abituati a credere fossero il vero contenuto del momento attuale. Diventeremo consapevoli delle nostre immagini di noi stessi, delle nostre identità, strutture egoiche, proiezioni e programmazioni derivanti dalla storia personale. Queste sono tutte interferenze.

-    Comprendendo meglio ciò che succede, cioè riconoscendo che il contenuto dell' esperienza è una proiezione e una posizione che assumiamo in quel momento, la luce della consapevolezza la trasformerà nella vera realtà del momento. Allo stesso tempo, l'esperienza ci trasformerà in quel che siamo, non in quello che riteniamo di essere.

Come comprendere e modificare questo tipo di attività interiore che ci impedisce di essere noi stessi ?

La tradizione della umanità ha dato in genere a questa domanda una sola principale efficace risposta: la meditazione.

(Liberamente tratto da A.H. Almaas )